Anni ’70. Ai margini della più degradata periferia romana si consuma la grottesca lotta tra due mondi distanti e apparentemente inconciliabili: un’eccentrica miliardaria straniera a caccia di sensazioni forti lancia il suo guanto di sfida tra i precari abissi di un gruppo di baraccati della capitale. Un universo per nulla distante da quelli di Calcutta o delle favelas brasiliane, tutti luoghi della sopravvivenza brutale e della fame dai quali l’anziana ereditiera si diverte a pescare una coppia di disperati contro cui intavolare, quasi ogni sera, estenuanti partite a carte. L’illusione del riscatto, della vittoria, è l’inganno più atroce giocato ai danni di questa intera comunità di miserabili, la cui umanità affranta, spesso crudele, risulterà comunque più vera ed innocente, quasi illibata dinanzi le sadiche perversioni dei ”denari”. Un tema per certi versi sempre attuale, sullo sfondo deturpato di una Roma impietosa, fra valori, dignità e sensi comuni forse perduti per sempre. Spunto per ridere senza dimenticare, lo ”Scopone Scientifico” è il tragicomico affresco delle facoltose miserie del potere e della disperata ricchezza degli umili.
Testo di Gabriele Marcelli
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